La nostra Puglia racchiude in sé bellezze del territorio, cultura, arte e storia.
Magia, sapori, emozioni e colori che rendono la vita differente. Non si vive di ora in ora ma secondo l'attimo. Viviamo in base alle correnti, ci regoliamo sulle maree e seguiamo il corso del sole. Bari ha ospitato la “BIBART”, biennale internazionale d'arte di Bari e Area Metropolitana. “La Ragione dell’Uomo” è il tema della Mostra , che gli artisti hanno espresso secondo i molteplici linguaggi dell’arte: scultura, pittura, grafica e video art. Artisti provenienti da nove paesi del mondo hanno partecipato alla mostra, trasferendo le proprie emozioni nell'arte. Il Museo Diocesano ha ospitato una sezione dedicata ai Grandi Maestri dell’Arte, dal Post Impressionismo al Neorealismo, passando per Fauvismo, Cubismo e Futurismo. E' stato possibile vedere il confronto tra le diverse correnti artistiche, entrando nelle opere e sentendosi parte di un tempo ormai finito. Tra i grandi protagonisti dell'arte contemporanea era presente il Maestro fra due secoli, William Tode, conosciuto personalmente, così da poterlo definire una splendida persona. Un artista rinascimentale del XX Secolo, allievo del grande Olivier Messiaen a Parigi. La poliedricità fa si che i suoi interessi culturali tocchino la letteratura, la musica classica, l'archeologia e le arti figurative. Una scatola di acquerelli e pastelli gli hanno cambiato la vita all'età di tre anni, avviandolo verso lo studio del disegno, della pittura, della scultura e alla sperimentazione dei colori , fino alla creazione di opere uniche. Tode scopre in Francia la pittura francese degli impressionisti, ma viene incantato dalle forme e dai colori di Cézanne, Gaugin e Van Gogh. La spiritualità del Maestro Tode ha conferito alle sue opere una magia unica che permette al colore di danzare, attraverso onde musicalmente cromatiche. Egli cattura attraverso l'occhio ciò che vede, ma attraverso la memoria lo ricorda, trasferendo su tela non banalmente la realtà, ma le emozioni suscitate in lui. L'occhio per lui è lo specchio dell'anima e non tutto ciò che appare ai suoi occhi è ciò che è. Riesce, con la sua sintesi energetica, a stravolgere le forme e creare dinamismi. Le melodie di Ravel, Chopin, Stravinskij, Gershwin creano una danza nelle sue opere, un movimento dato anche dall'uso del puntinismo, che trasmette energia e vitalità. Il romanticismo insito nel maestro lo porta ad affermare che senza la figura femminile non ci sarebbe stata arte per lui e che l'armonia, la femminilità e l'eleganza della donna sono per lui fonte di ispirazione in tutte le sue opere. Una donna può decidere di danzare da sola o col suo uomo, generando desiderio, amore e romanticismo anche nello spettatore. Le ultime creazioni del Maestro rappresentano delle donne che ballano flamenco, danza classica e balli di coppia. Tode è il maestro del CuboFuturismo, capace di fornire movimento alla staticità cubista e corpo al dinamismo futurista. Il colore, in questi movimenti, ha una sua autonomia di espressione che va al di là della imitazione della natura, ma esplode in una danza di emozioni contrastanti. Questo gli ha consentito di creare opere vibranti per splendore figurativo e pienezza di spirito. Da dove deriva la magia dei colori del Pittore Maestro? W. Tode è considerato uno degli ultimi grandi affrescatori parietali viventi. Si ha l'impressione che i suoi colori vengano fuori dalle tele in cui il tempo si ferma e, fuoriuscendo, ritornano a vivere. La tecnica da lui utilizzata ha origini antiche, risale al mondo dell'arte greca e romana. La pittura a cera però non è invenzione Greca né Romana, ma forse piuttosto egizia. Rimane ad ogni modo la più discussa sotto il profilo tecnico. L'encausto deriva dal grego enkaio che significa “brucio” o “metto a fuoco”. Questa antichissima tecnica è una pittura eseguita con colori pigmentati mesticati con della cera e caratterizzata dal fatto che il dipinto, così eseguito, viene da ultimo riscaldato (encaustizzato) per far penetrare la cera nei colori che rimangono fissati, acquistando così particolare potenza e splendore. I colori di Tode, dopo quasi 40 anni di ricerche artistiche, posso essere definiti unici. Alla fine del XX sec. mette a punto le formule chimiche dei colori per encausto che sono stati da lui brevettati ,36 brevetti internazionali, che hanno rivoluzionato la tecnica dei colori a cera. Vi lascio con una citazione di Kandisky: Il colore è un mezzo di esercitare sull'anima un'influenza diretta. Il colore è un tasto, l'occhio il martelletto che lo colpisce, l'anima lo strumento dalle mille corde. Thanks to my friend William Tode for this beautiful gift.
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Personaggio biblico, eroina del popolo ebraico e la forma femminile di Giuda. Giuditta è la protagonista che ha dato ispirazione per la realizzazione della mostra d'arte presente alla Galleria Vento Blu di Polignano a Mare fino a fine Gennaio, intitolata: “Giuditta , antichi e nuovi ritratti di donna , tra grazia e giustizia”. La figura femminile è sempre stata fonte di ispirazione per la creazione di opere d'arte. Facendo un viaggio nel tempo tra neoclassicismo e romanticismo, ci imbattiamo in alcune donne dell'epoca che denotano grazia e potenza, ispirando la carriera di molti artisti. E' presente una collezione privata con opere di grandi artisti come Jean-Baptiste Greuze e Jean-Etienne Liotard che riportano ad antichi profumi e colori. Sempre di epoca ottocentesca ritroviamo “Ritratto di donna” di Gioacchino Toma, pittore di origini pugliesi, con formazione napoletana e precursore della pittura pugliese, “Donna Annunziata” di Michetti e Giuseppe De Nittis con un ritratto della moglie Leontine. Tornando nel nostro tempo, ad un approccio più contemporaneo, incontriamo Severino del Bono che nelle sue opere raffigura esclusivamente donne a cui copre sempre gli occhi, poiché ci negano il loro sguardo, celandolo al di là di una barriera artificiale. Sicuramente dietro questa ironia, data anche da un accenno a Pop Art e Surrealismo, si nascondono anche tematiche drammatiche e turbamenti della donna nella società odierna. Una luminosità e un mistero che evidenziano che non sempre ciò che appare è ciò che realmente è. Dietro gli occhi chiusi c'è un aprirsi al dentro. L'arte non è scontata e nell' ottica del recupero di materiali , l'artista Roberta Savelli ha dipinto su garza le proprie donne, sottolineando una non convenzionalità della pittura.
Questa mostra ha dato spazio ad artisti che usano tecniche contemporanee ed esprimono con innovazione il loro punto di vista. E' il caso dell'artista Pamela Campagna che ha rappresentato la donna in intrecci di fili. Nella maestosità dell'opera “The big knotting” ha messo insieme fili di diverso colore annodati che disegnano il volto di una donna. La donna nel tempo é sicuramente cambiata, così come è cambiato il suo modo di relazionarsi. Christiane Löhr ha ottenuto il Premio Pino Pascali 2016 per la sua installazione “Tra luce e natura”, in cui si interroga sul visibile e non visibile.
Abbiamo modo di ricevere delle anticipazioni sulle prossime mostre che si inaugureranno il 25 Febbraio, direttamente dalla Direttrice Rosalba Branà. Come nasce la Fondazione Museo Pino Pascali? Ho investito vent' anni della mia vita nella “Fondazione Museo Pino Pascali”, con tanta passione, dedizione, impegno e amore. Pascali doveva essere un nome da valorizzare, in quanto esplosivo nel mondo, come Modugno nella musica. L'arte però rimane un ambito di nicchia rispetto alla musica. Fino ad oggi sono riuscita ad allestire una collezione interamente dedicata a Pascali e le sue opere, per lasciare un segno. Il premio Pino Pascali ha un valore inestimabile già da quando fu istituito nel 1969, ma fu poi interrotto ed istituito nuovamente nel 1997 da me, poiché riconosciuto come uno dei premi più importanti al mondo. Sempre più persone si avvicinano all'arte e la fanno propria. Com'è il suo approccio verso i giovani artisti? Sono molto aperta verso i nuovi talenti. Nel museo è presente una “project room” dedicata ai giovani artisti. Quest'anno le gallerie pugliesi presenteranno giovani artisti, tra cui un'artista con un'opera in tessuto dedicata al mare e a Pascali. Come saranno strutturate le prossime mostre in programma? In una sala saranno presenti due artisti in dialogo, un fotografo e uno scultore. La mostra è concepita con un racconto bianco, dedicato a sale, acqua, pigmenti bianchi. Un racconto bianco. Abbiamo inserito anche una retrospettiva di un talento di Taranto morto a 37 anni, Cristiano de Gaetano, a cui vogliamo fare un tributo. L' obbiettivo della Branà è di presentare artisti consolidati e del panorama internazionale, ma anche nuovi talenti. Una zona sarà dedicata solo a Pascali, con una particolare esposizione, “bachi da setola”, l'unica opera per non vedenti d'Italia, realizzata dall'artista Giovanni Pedote. Cosa pensa dell' Arte Contemporanea oggi? L' arte contemporanea è diventata un po' di moda perché va a pari passo con la società attuale. Per citare un esempio, Adrian Paci, artista albanese, che ha vinto il premio Pascali. E' arrivato in Italia su un gommone, portandosi dietro le sue difficoltà, nelle sue opere trasferisce il proprio vissuto e le proprie emozioni. Come museo siamo interessati a elevare artisti che hanno uno sguardo aperto più sul sociale e sul mondo. Anche Pascali negli anni '60 ha fatto questo ma, essendo nel boom economico di quell'epoca, vedeva il bello e l'esplosione. Adesso viviamo una situazione di perenne crisi e gli artisti riflettono nelle opere i propri disagi e le proprie riflessioni. Come definirebbe le opere della Löhr, rapportandole al contesto sociale in cui viviamo? Anche Christiane Löhr riflette sull'ambiente, su questa natura che viene modificata. E' come se lei volesse salvaguardare delle isole di natura. Mette anima in quello che fa, ricostruendo la natura quasi con paura che possa scomparire. Anche il suo è un lavoro sociale. Oggi l'arte contemporanea è un prodotto della società in cui viviamo e di ciò che viviamo. L'artista deve creare un dubbio e delle domande allo spettatore, facendo parlare l'istinto e le emozioni, anche non conoscendo la tecnica. L'arte deve trasmettere delle sensazioni e delle emozioni che facciano riflettere. Quante volte ci siamo sentiti dire la frase “Conosci te stesso”? Ma che cos'è la coscienza? Da animali con puro istinto siamo diventati uomini con capacità pensante. Artist: Chrissy Angliker @avant.arte Ma cosa è cambiato realmente in noi? Questa mente nuova, la mente di un animale diverso, oggi si chiama ‘coscienza umana’. L’uomo imparò a tradurre i suoi pensieri in parole, ponendosi il problema della loro origine e, non sapendo cosa fossero gli istinti, ne dedusse che forze esterne comandavano le menti. Non avevano origine divina queste forze, ma venivano chiamate ISTINTI. Come un neonato che per istinto inizia a nuotare in acqua, come una rondine spicca il volo appena abbandonato il suo nido per la prima volta, sapendo già come seguire le correnti d'aria volando. L'istinto è insito in ognuno di noi. Anche noi adulti facciamo molte cose con il pilota automatico inserito. Siamo in grado di guidare e raggiungere una destinazione mentre pensiamo ad altro, mentre parliamo al telefono o con un amico accanto e tante altre cose. Questa parte della mente analizza il mondo esterno con il pensiero linguistico in modo attento e concentrato, è la sede della coscienza nell'essere umano. Siamo rivestiti da un involucro di pelle, siamo pieni di idee, di desideri e di emozioni. Se interroghiamo noi stessi sul significato di coscienza, definiremo l'accesso introspettivo agli stati mentali. Non vi sono dubbi, ma la sensazione di esserci è viva e presente in noi. Per Cartesio è proprio il dubbio la prova essenziale di essere coscienti. Tuttavia la coscienza non è descrivibile a parole. Qualcuno la definisce un mistero, così come la vita. Per altri è un’illusione, anche se necessaria; Il Prof. Di psicologia Nicholas Humphrey, lo ha spiegato con una metafora che paragona la coscienza al visitatore di una galleria d'arte, in cui l'artista che espone le sue opere è il nostro stesso cervello. “Potremmo paragonare la nostra esperienza soggettiva del mondo alla visita a una galleria d’arte, in cui l’artista che espone le sue opere è il nostro stesso cervello.” La coscienza è definita anche illusione, perché è solo un’esperienza soggettiva e non corrisponde necessariamente alla realtà fisica. E' la realtà percepita dalla nostra coscienza. L’essere umano crede in una realtà che scopre essere illusoria, vuota. Questa scoperta non è però accessibile a chiunque e né il saggio, né il poeta, né l’artista possono comunicare la reale essenza delle cose agli altri uomini, che continuano così a vivere “tra le ombre”, nell’illusione della verità. Non è dunque frustrante sapere che la “realtà” in cui si vive non è realtà? È forse meglio continuare ad illudersi di conoscere il vero? Anche nell'arte sono presenti tali domande... Magritte è uno degli artisti che non lascia mai indifferente lo spettatore. Affronta la “realtà” creando situazioni impossibili e paradossali, cattura l'immaginazione creando meraviglia e una sensazione di perenne inquietudine. Nei suoi quadri non va ricercato un significato simbolico, infatti non si definisce un simbolista e afferma: “La gente che cerca significati simbolici è incapace di cogliere la poesia e il mistero intrinseci all’immagine. Certo lo sente, questo mistero, ma vuole liberarsene. Ha paura. Chiedendo ‘che cosa significa?’ esprime il desiderio che tutto sia conoscibile.” In realtà ci sono tanti interrogativi a cui non possiamo attribuire delle risposte logiche e il nostro inconscio può vedere le cose da una prospettiva diversa. Magritte è un artista del mistero, che si spinge in profondità, nella psiche e nell'inconscio. Non valorizziamo dunque le risposte, ma le domande che ogni giorno ci poniamo e scaviamo dentro di noi per fare un salto nel buio. “Il mondo è così totalmente e meravigliosamente privo di senso che riuscire ad essere felici... non è fortuna, è arte allo stato puro.” |
AUTOREGiulia Cavaliere
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